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L'ascensore

 
Post #1


L'ascensoreL'ascensoreMentre usciva dal suo appartamento e sbatteva la porta, si voltò per gridargli dietro quelle due parole che spesso segnavano la fine di una relazione: FATTI INCULARE! Questo scaricò appena un granello della sua rabbia, mentre stava per superare, nella fretta, la porta dell?ascensore. Premendo il bottone di chiamata le rintronavano nella testa le sue parole: Moglie, Riconciliazione, Errore. Aveva messo il vestito più sexy che aveva, ed era già eccitata prima di entrare. Quella che doveva essere una notte di passione terminò nei primi cinque minuti. Entrò nell'ascensore e, in un tentativo disperato di trovare la calma in qualcosa di familiare, si fissò a guardare i numeri dei piani mentre scendeva. Poi l?ascensore si fermò, ed entrò qualcuno. Non si voltò nemmeno per guardare chi fosse, ma rimase fissa a guardare i numeri, come se segnassero la fine di quel periodo disgraziato della sua vita. L?ascensore ripartì, e i numeri erano 43, 42, 41, 40 e poi, improvvisamente, l?ascensore si fermò e si spensero tutte le luci. Era troppo arrabbiata e sbottò: "Ci mancava proprio questo cazzo di ascensore!" Una dolce voce femminile disse, calma, con un forte accento inglese: "Noi diremmo this fucking lift." Con tutta la confusione che aveva in testa, non capì subito, e rispose: "Prego?" Lei rispose: "Sono inglese. Cercavo solo di farla pensare a qualcosa di diverso. Mi sembrava che fosse arrabbiata per qualcosa." Ma lei non ero proprio in vena. L?ascensore, che avrebbe dovuto mettere più distanza possibile tra lei e quel coglione, l' aveva imprigionata lasciandola sola con la sua rabbia ed i suoi pensieri.Nei minuti che passarono ci fu un silenzio completo, ed aspettava che i suoi occhi si abituassero all?oscurità. Purtroppo non riusciva a vedere nulla: non c?era la minima traccia di luce. Era bloccata in un cubicolo più scuro del fondo dell?Inferno. L?idea della metafora la fece sorridere, un sorriso invisibile al buio. "Mi chiamo Claudia", disse nell?oscurità. "Io sono Rachel, " rispose lei con un forte accento britannico, che la incuriosì non poco, nonostante non fosse proprio in vena. La situazione si stava appianando, e le due donne iniziarono a discutere di tutto un po? mentre erano in attesa di aiuto. Claudia le raccontò quasi tutto di lei, lasciando fuori però il coglione. Anche lei raccontò tutta se stessa. Era in quell?edificio per una sessione di training nel quartier generale della sua società, e sarebbe ripartita per Londra la mattina dopo. "Se mai riuscirò ad uscire da qui," disse con un sorriso che potevo sentire ma non vedere. Continuarono a chiacchierare di cose futili. Si aspettavano che le luci si sarebbero accese da un momento all?altro, e quindi restava ancora pochissimo tempo da passare insieme.Improvvisamente udirono una voce maschile, proveniente da molto lontano, ma si capiva che stava urlando: "Sappiamo che siete bloccati tra il 39 ed il 40. Siete al sicuro. Non vi preoccupate. Non c?è alcun pericolo che l?ascensore cada. C?è ... stato un guasto in uno dei trasformatori dell?edificio, e per ripararlo dobbiamo attendere delle parti di ricambio da Milano. Mi dispiace, ma pensiamo che ci vorranno almeno ancora tre ore per tiravi fuori. Se mi avete sentito, battete sulla parete della cabina." Tutte e due batterono i pugni sulla parete, più forte che si poteva. "Bene," disse la voce, "ho sentito. Mettetevi comodi, seduti. Vi tireremo fuori appena possibile.""Mi sto mettendo a sedere," disse Claudia mentre avvertiva un rumore soffice sul pavimento. "Anch?io", replicò Rachel. Claudia pensò per un attimo a come sarebbe stato il suo vestito dopo tre ore seduta a terra. Le venne da ridere. Cosa importava, ormai? A chi doveva piacere? Ci fu un prolungato silenzio e la sua mente tornò al coglione. Passò dalla rabbia al dolore, e improvvisamente scoppiò a piangere. "Cosa c?è che non va?" chiese Rachel preoccupata. Pianse ancora più forte, con le lacrime che scorrevano sulle guance. Sentì un leggero frusciare di vestiti ed in un attimo Rachel la stava tenendo tra le braccia, cullandola come una bambina, mentre piangeva, piangeva e piangeva. Dopo un po? smise di piangere e Rachel la lasciò andare, ma sentiva che continuava ad esserle vicina. Le raccontò allora tutta la storia. L?incontro. Il corteggiamento. Il sesso. Ed alla fine, il tradimento. Concluse la sua filippica con la solita frase che le donne hanno sempre usato, da tempo immemorabile: "sai come sono fatti gli uomini." "In realtà, no," rispose Rachel. Il suo cervello si bloccò segnalando un errore inaspettato. La risposta di Rachel non combaciava con in suoi schemi. "Non lo sai?" dissi. "Sono lesbica," rispose. Adesso il suo cervello poteva riprendere a funzionare, ma non sapeva come gestire questa nuova informazione. La migliore idea fu di uscire con un: "lesbica?". "Sì," disse. Questo fece ripartire la conversazione verso una direzione inaspettata. Il coglione uscì completamente dalla sua mente e parlarono senza fine della vita privata di Rachel. Lei le raccontò della sua amante, e dei sette anni in cui erano stati assieme. Le disse tutto dei suoi desideri, passioni e paure. Le chiese di come facevano l?amore e lei le raccontò di come si stuzzicavano lentamente in centinaia di modi diversi, e di come poi si amavano come se non ci fosse il tempo e lo spazio. Mentre parlava, Claudia si accorsi che si stava bagnando tra le gambe. Tentò di bloccarsi, ma il tepore bagnato presto divenne un tremito, e tutto il suo corpo si immerse in quella che era chiaramente un?eccitazione sessuale. Rachel terminò la sua storia e restarono sedute in silenzio. La mente di Claudia era totalmente in subbuglio. Le tornarono alla mente tante donne che aveva conosciuto, i rapporti di amicizia e gli scambi di emozioni che aveva avuto con loro, ora iniziavano ad assumere una luce nuova. Pensò alle foto di donne nude negli armadietti degli spogliatoi, ai loro seni, ai loro capezzoli, al loro pelo pubico. Pensò alle ragazze del suo ufficio, con i loro ...... corpi slanciati, alle loro calze nere, ai loro tacchi a spillo. Pensò alle videocassette porno che aveva guardato a volte con i suoi ragazzi e si accorse che aveva ammirato solo i corpi delle donne. Allora, dentro il suo cervello, accadde qualcosa. Alcuni circuiti si erano invertiti e l?elettricità che di solito fluiva in una direzione, improvvisamente cambiò strada. Tutte quelle donne le tornarono alla mente di nuovo, in un?abbagliante sequenza. Il tremito tra le sue gambe divenne quasi doloroso. Sapeva che Rachel era vicina, sentiva il suo profumo e poteva udire il suo respiro. Lentamente si girò verso di lei annaspando nell?oscurità per cercarla. La abbracciò, la tirò verso di lei e tentò di baciarla. Lei la bloccò gentilmente. "Non posso," disse. "Sei dolcissima, e sento profondamente cosa hai provato e stai provando, ma io e la mia amante abbiamo promesso di esserci fedeli, e voglio mantenere la promessa." Si allontanò da lei, tentando di controllarsi. Aveva avuto completa fiducia in Claudia e doveva usare tutta la sua volontà per sforzarsi a rispettare la sua promessa. In un tono formale, Claudia disse: "ti prego di accettare le mie scuse. Non so cosa mi sia preso." Lei non poteva vedere le lacrime sulle guance di Claudia. "Va tutto bene" disse con una flebile voce. "So che non volevi farmi male." Restarono sedute per alcuni minuti nella totale oscurità e la mente di Claudia tornò lentamente a ripercorrere la strada appena passata in un lampo. Le donne nude negli spogliatoi. Le loro mammelle, i loro capezzoli rosa ed eretti, la curva dei loro fianchi, il triangolo del loro pelo pubico. Capì che quello che stavo sentendo in quel momento sarebbero state per sempre parte di sè. La bellezza s**ttante di corpi di donna nudi e lucidi invase la sua mente. Avvertì un?eccitazione ed un desiderio che non aveva mai provato. Poi sentì un movimento impercettibile. Improvvisamente le braccia di Rachel furono attorno al suo corpo e lei appoggiò la bocca aperta sulla sua. Claudia avvertì una scossa elettrica e sentì che il suo corpo rispondeva. Rachel le baciò gli orecchi, gli occhi, il collo e poi la bocca ancora. Le loro lingue duellarono a lungo. Claudia si tolse il vestito sopra la testa. Poi si baciarono ancora profondamente, mordicchiandosi gli orecchi e il collo. Claudia era ormai senza alcuna difesa. Nulla esisteva più al mondo, eccetto il suo desiderio. Rachel le sganciò il reggiseno.Lei disse di distendersi sulla moquette dell?ascensore. Si allontanò un attimo, e girò la manopola di stop nel pannello di controllo. "Non vorrei che ci interrompessero" disse, con un altro sorriso nella voce. Tornò, e cercò ancora le gambe di Claudia. Le succhiò le caviglie attraverso le calze, e poi la lingua salì fino alle anche. Poi si spostò per cercare i suoi seni e succhiò e leccò i capezzoli mentre Claudia gemeva di desiderio e di piacere. Si spostò di nuovo verso il basso e Claudia spalancò le gambe. Rachel mise la lingua sopra il ginocchio e con piccoli baci ...... attraverso le calze si mosse piano verso la figa. Poi la sua bocca incontrò la pelle nuda, alla fine delle calze, e lei si lasciò sfuggire un guaito di piacere. Il reggicalze e le mutandine larghe che indossavo permettevano alla mia figa di essere già completamente aperta. Ero bagnata fradicia. Mi tolse piano le mutandine, e leccò lentamente le labbra della mia figa. Poi strofinò il viso sul pelo del suo pube. Claudia era ormai pazza di desiderio e senza pensare le prese la testa tra le mani e la spinse la faccia contro la sua. Lei capì che aveva un disperato bisogno di godere e spostò la sua attenzione sul suo clitoride. Lo leccò piano, poi più forte, e poi piano ancora. Stava iniziando a spingere il bacino verso di lei involontariamente e lei mise le mani sul suo sedere per sostenerla. Poi iniziò a leccare il clitoride velocissima e Claudia sentì tutta se stessa dissolversi verso l?inizio di un orgasmo. Allora lei infilò le dita nella sua passera mentre continuava a leccarla velocissima ed a pompare con le dita. Poi le onde si placarono e lei si fermò, ma lasciò la mano deliziosamente dentro di lei, permettendole di godere di quella sensazione di pienezza e di legame con lei. Claudia rimase distesa, con tutto il suo corpo pieno del piacere che aveva appena avuto. Poi, lentamente, si rese conto di dove fosse e sentì Rachel giacere accanto a lei.Claudia si mosse come per far l?amore con lei, ma lei disse: "Ho già tradito la mia amante, e non voglio peggiorare le cose. Non hai idea di come ti desideri, ma non voglio lasciare che tu mi tocchi. Ti prego di comprendere." Le disse che capiva. Poco dopo, alcuni fruscii le fecero capire che si stava masturbando. Iniziò a gemere, e capì che l?aver fatto l?amore con lei l?aveva portata ad una grandissima eccitazione. Era un?esperienza nuova ed elettrizzante, sentire quella donna che si masturbava, nel buio profondo e nel silenzio più assoluto. I suoi gemiti diventarono sempre più forti, ed il suo respiro sempre più pesante. Si sentivano anche i fruscii bagnati della sua mano sulla figa, sempre più veloci. Poi venne e fu presa da tremori mentre il desiderio irrompeva in onde di piacere. Rimase ad ascoltare con gioia, mentre l?eccitazione di essere con lei accanto la fece venire ancora ed ancora. Presto l?unico suono rimasto fu il respiro di Rachel affannoso, rotto da piccoli gemiti di piacere. Rimasero distese per un po?, ma presto la realtà si impose, e capirono che avevano perso il senso del tempo. Scherzarono come scolarette mentre andavano alla caccia dei vestiti nell?oscurità mentre tentavano di mettersi in ordine. Quando si sentirono più o meno a posto, Rachel girò la manopola dello stop nel pannello. Rimasero distese una accanto all?altra, abbracciate e parlarono delle nuove sensazioni di Claudia e della nuova vita che iniziava per lei.Improvvisamente ritornarono le luci, accecandole quasi. Si alzarono in piedi e l?ascensore iniziò a scendere. Finalmente Claudia la vide e Rachel vide lei. . abbracciarono e piansero una sulla spalla dell?altra. Quando la porta dell'ascensore si aprì erano sicure che chi le vide stesse pensando che le due ragazze stavano di gioia per essere state tratte in salvo, invece piangevano per le emozioni che si eravamo scambiate.Si scambiarono gli indirizzi ed ognuna andò per la propria strada. Diventarono assidue corrispondenti: Claudia le raccontava tutto su tutte le donne nella sua vita e le mie meravigliose scoperte sull?arte di amare una donna. Rachel la incoraggiava e la sorreggeva nei momenti di bisogno.Circa un anno più tardi, Claudia ricevette una lettera in cui Rachel le raccontava di avere il cuore spezzato, perché la sua amante aveva deciso di lasciarla. Le diceva che stava pensando di chiedere un trasferimento in Italia, e le chiedeva cosa ne pensasse Claudia. Lei rispose che era elettrizzata dall?idea, e se non fossero riusciti a trovarle un posto, sarebbe andata lei in Inghilterra. E Claudia non resistette dall?aggiungere che avevano assolutamente bisogno di un lift (gioco di parole inglese: lift significa sia ascensore che l?azione di far eccitare e star meglio qualcuno)..
04-04-2021, at 12:40 PM
Alýntý
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