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Cugini, complici. Seconda parte.

 
Post #1


Cugini, complici. Seconda parte.La nostra immaginazione iniziò presto ad ampliarsi, e cominciammo a includere nelle nostre fantasie altre persone.Questo serviva a mantenere la mente e i corpi in uno stato di eccitazione permanente, benzina sul fuoco dei nostri amplessi e ancor più piccante conversazione preliminare nei momenti di attesa.Attesa che placavamo sfogliando giornali scandalistici, mai avari di immagini di corpi nudi. Corpi che mangiavamo con gli occhi con il busto sul tavolo del soggiorno, e le mani come sottomarini che di nascosto cercavano il cazzo dell'altro sapendolo già duro, palpandolo senza lasciare la presa e cercando di celare alla meglio i mugolii e le espressioni estatiche sui nostri volti.Oltre che dalle immagini, la nostra fantasia era iperstimolata da due donne mature, diverse per corporatura e carattere ma entrambe ugualmente arrapanti.G., vicina di casa, che ridiscendendo la scala che accedeva al bagno esterno che utilizzava per la doccia, senza malizia forse non sapendosi osservata lasciava intravedere attraverso l'accappatoio due tette non grosse ma piene e sfrontate, e il pelo corvino tra le cosce pallide, irto ribelle e folto come usava a quel tempo.M., burrosa amica della nostra balia, che trovandoci intenti a perdere diottrie su immagini patinate ci concedeva, lei sì con intenzione, lunghe occhiate a generose porzioni dei suoi seni abbondanti. Quasi volesse dirci "qui, guardate come deve essere il corpo di una vera donna".Riversarci nelle orecchie le perversioni che derivavano da un immaginario sovraccarico fu un carburante potentissimo e alzò di diverse tacche la sensibilità dei nostri corpi, ma sentivamo che qualcosa ancora ci sfuggiva.Avevo iniziato da qualche mese a rendermi conto che oltre alle mie fantasie su compagne e a volte compagni di classe, donne mature e procaci, e F., mio cugino, la stimolazione anale esterna aumentava il gusto della masturbazione e l'intensità dell'orgasmo, oltre a essere piacevole in sé. Dai primi ditalini alla penetrazione il passo fu breve. Mi diedi anima e corpo a sperimentare con diversi oggetti che solleticavano la mia immaginazione, e diversi lubrificanti il migliore dei quali era l'eccitazione. Matite, penne, grossi pennarelli, manici di scopa o di racchette da ping pong, pestelli in legno o ferro, ortaggi, gambe di sedie e in pratica qualsiasi oggetto levigato che avesse una vaga forma fallica. Non immaginavo che un muscolo così stretto e in apparenza rigido potesse essere così elastico e capiente.Passai tempo a impratichirmi e a testare i limiti di quel buco così ricettivo sia che lo masturbassi con la leggera pressione di un dito, sia che volessi sentirlo completamente pieno infilandoci più oggetti contemporaneamente.Soddisfatto dei risultati decisi che era tempo di portare mio cugino a conoscenza di tutta la faccenda.Durante un amplesso turbolento per il caldo e la tensione a mille dopo una visione molto scosciata di B., con il cazzo che mi scoppiava dopo averlo strofinato a lungo tra le chiappe di F., appoggiai la faccia contro il suo culo e glielo leccai con delicatezza. La cosa sembrava piacergli, quindi aderii il mio corpo al suo e appoggiai la cappella al suo buco strettissimo e umido e lì la lasciai strusciandomi in modo lascivo e sussurrandogli all'orecchio un torrente di oscenità e visioni di B. e M.L'incontrò terminò con una copiosa sborrata sulla sua schiena, e la sua altrettanto abbondante tra le mie mani che lo cingevano alle spalle menandoglielo da dietro. Il ghiaccio era rotto.Restammo soli dalla tarda mattinata a sera del giorno dopo, e decidemmo di dedicarci con calma al nostro piacere. Ci spogliammo e seduti sul divano con l'ultimo numero di Eva Express, lo sfogliavamo masturbandoci a vicenda. Inaspettatamente si abbassò su di me, e dopo timidi baci sulla punta, fece scomparire con ingordigia l'uccello nella sua bocca e prese a succhiarlo con avidità, senza mai farlo uscire. Gli accarezzai il buco del culo con il dito medio e gli chiesi se gli andava di restituirmi la cortesia. Quasi senza darmi il tempo di finire la frase mi spinse con forza sul divano e montò sopra di me; ci trovammo sdraiati pancia a pancia con i cazzi che premevano con violenza uno contro l'altro, in una gara a chi era più eccitato. Ci contorcemmo a lungo come un corpo solo con F. che mi stringeva i polsi sopra la testa. Poi sgusciò giù, appoggiò la testa del suo ariete al mio buco e caricò con tutto il suo peso. Mugolai. Restammo così per secondi che parvero interminabili, godevo al contatto del suo bastone gonfio e durissimo, spingendo per sentirlo aderire meglio."Leccamelo prima", gli chiesi. Avvicinò la lingua lunga e ampia quasi quanto il suo cazzo e leccò senza risparmiare saliva ed entusiasmo. Sentivo che il buchino si stava dilatando e smaniava di essere penetrato e riempito, ma per quanta roba vi avessi infilato temevo che nella foga del momento quell'arnese così voluminoso mi avrebbe letteralmente spaccato il culo.Ci furono un paio di tentativi infruttuosi. Nuove fantasie solitarie su come sarebbe stato sentire dentro di sé qualcosa di così simile e allo stesso tempo così diverso da qualsiasi altra cosa provata fin lì. Duro, ma non inanimato, e di carne anziché duro legno o freddo metallo. Non avrei però avuto il controllo totale sul mio piacere. Ma avevo ormai acquisito la tecnica per giungere all'orgasmo, sia masturbando le labbra esterne, sia penetrandomi con le dita e con oggetti, e avrei comunque ceduto parte del controllo in cambio della soddisfazione di essere responsabile del piacere di due persone.Ero pronto. Dopo una doccia in cui ci eravamo stuzzicati a lungo orifizi ed escrescenze, ancora bagnato mi inginocchiai e glielo presi in bocca, ancora a riposo, succhiandone la punta con passione e lentamente. Lo sentivo ingrossarsi inesorabilmente e già pregustavo la sua pressione tra le mie natiche. Mi attardai per far crescere l'attesa. Gli accarezzai le palle, lo presi per mano e ci trasferimmo sul letto ampio e accogliente della nostra balia, dove mi distesi a gambe larghe. Insalivai le dita e cominciai a masturbarmi, facendo scivolare medio e anulare nel culo divaricando le chiappe con le dita libere. "Fammi vedere come ti masturbi", dissi a mio cugino che era rimasto in piedi.La voglia era quasi insopportabile. Lo raggiunsi, premetti l'uccello contro il suo e li strinsi entrambi con la mano. Mi accovacciai e glielo spompinai con decisione. Era ferro dalla base alla cappella, e aveva raggiunto le dimensioni di un mattarello. Rallentai il ritmo e lo ricoprii di saliva, muovendomi su e giù per tutta la sua lunghezza.Mi sbattè sul letto, mi aprì il culo e leccò con smania il buco e lo scroto, segandosi furiosamente. Gli mostravo come toccarmi aiutando la sua lingua con un dito. Appoggiò il largo pollice sul muscolo dilatato, mi spinsi verso di esso come una forcina a un magnete, e sentii che mi riempiva le viscere. Uggiolai come una cagnetta e quasi sborrai. Tornò alla carica con la lingua e trovò modo di infilarla, lunga e bagnata, penetrandomi con colpi vigorosi.Allungai la gamba, l'altra a mezz'aria sulla testata del letto e lo invitai su di me. Succhiando i capezzoli quasi fino a far male appoggiò la cappella sul buco madido di saliva. Dovetti trattenere il suo corpo con tutta la forza per evitare che mi sfondasse con un unico colpo deciso. Gli presi le mani e me le appoggiai sulle natiche per allargarle quanto potevo.Mi strofinai addosso al suo cazzo, lo presi con la mano e lo tirai verso di me. Mi dimenai un poco, spinsi deciso e sentii il buco allargarsi e inghiottire accogliente tutta la cappella. Restai pietrificato per un attimo e restai in quella posizione per godere della sensazione di pienezza che non avevo mai provato così intensa; lasciai scappare un lungo sospiro di lussuria. Ero un'unica terminazione nervosa ipereccitata. Lo feci uscire e rientrare aiutandolo con la mano, poi lo lasciai libero. Trattenendosi dall'impulso di infilarsi fino alle palle, penetrava e usciva con la punta del cazzo con un ritmo sempre più fluido, il buco che avvolgeva e si dilatava, proteso verso l'esterno per la smania di sentirsi riempito di nuovo. Lo trascinai per il cazzo verso la mia faccia e lo spompinai per fargli riprendere tono, anche se era ben lontano dall'averlo perso e anzi non l'avevo mai sentito così gonfio e duro. Mi liberai e mi misi a quattro zampe, bramoso di sentire tutta quella carne dentro di me.Allargai il culo mostrandogli l'apertura che si dilatava come una ventosa, ci guardammo lascivi; strofinò tutto il cazzo sul buchino, appoggiò la punta e si fece largo con il cazzo senza esitazione, spingendolo dentro fin quasi a metà e sfilandosi immediatamente. Urlai di dolore e di piacere."Scopami", implorai. Non aspettava altro. Le mani sul culo come una morsa, mi sfondò con un colpo deciso e restammo poi immobili, gustando lui il momento di quiete prima della battaglia, io l'orgasmo di sentirmi riempito.Con movimenti cauti si sfilò, si appoggiò di nuovo e mi penetrò. Entrò e uscì completamente due o tre volte, poi solo con la cappella due o tre volte, il tempo di realizzare quanto mi piacesse e lo sentivo di nuovo per tutta la lunghezza, mentre mi scopava con violenza e mi facevo scopare protendendomi verso l'uccello con altrettanta violenza, per sentire quel bestione sovradimensionato aprirmi il culo completamente e appoggiarsi alla bocca dell'intestino.Ancora pochi colpi decisi e lo sentii gonfiarsi dentro di me un'ultima volta, mentre mi svuotava nelle viscere lunghi fiotti di sperma caldissimo.Restò così per un tempo lunghissimo, duro, con un'erezione che inspiegabilmente aumentava anziché affievolirsi. Allungò la mano sotto di me per afferrarmi l'uccello sul punto di scoppiare, con un dolore che si estendeva dai coglioni rigonfi, mi masturbò con una stretta possente e colpi lenti, sborrai allagando le lenzuola.Ci lavammo toccandoci e riposammo qualche minuto nudi sul divano, scambiandoci fantasie oscene. I cazzi davano segni di risveglio. Lo prese senza dire niente e me lo succhiò a lungo. Lo presi e glielo succhiai a lungo, chiedendogli di venirmi in bocca.
05-31-2021, at 01:59 AM
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