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La visita dalla dottoressa (parte prima)

 
Post #1


La visita dalla dottoressa (parte prima)Fin da piccolo, tutte le volte in cui si palesava nell'aria il sentore di dovermi sottoporre ad una visita medica, si faceva in me strada un tripudio di emozioni forti. Esse erano contrastanti: da una parte avvertivo una sorta d'ansia, come di intima apprensione e di velata vergogna; dall'altra una strana irrequietezza, come impazienza ed eccitazione prima di un evento appagante e soddisfacente. Era strano. A chi sarebbe piaciuto mostrarsi col pisellino di fuori davanti ad un medico? Probabilmente a pochi, se non a nessuno. Eppure, quell'innato capolavoro che regna dentro le menti di tutti i fanciulli non mentiva: la situazione mi piaceva e avvertivo molto bene l'intensità di quelle emozioni. Ma il tempo inevitabilmente passò, e crescendo, in virtù dello sviluppo puberale e del relativo e fisiologico tripudio ormonale, mi ritrovai ad essere un adolescente. Un adolescente come tutti. Certo. Un bravo ragazzo, uno che era contro la droga e a favore della coltivazione non della "Marja"_come molti altri miei coetanei di quel tempo_ bensì della piena libertà intellettuale, quella libera dai condizionamenti e dai dettami del triste e squallido solito mondo convenzionale. Dunque come tutti, la mia crescita si andava compiendo. Ma tra i mille e più cambiamenti che nel mio corpo, nella mia mente e nella mia sessualità si facevano strada come inarrestabili fiumi in piena, qualcosa ancora sopravviveva dei miei velati ed evanescenti ricordi d'infanzia: l'idea di essere visitato continuava ad ispirarmi, a piacermi. In pratica quella "passione" non era mai morta, e quale più vero e sincero desiderio potrebbe esistere in un uomo, se non qualcosa che nasce con l'uomo stesso fin da quando esso è piccolo? Probabilmente nessuno. D'altra parte, lo stesso poeta Giovanni Pascoli, affermava con veemenza che "vi è dentro di noi un fanciullino", il quale mai muore nella mente di una persona, nemmeno quando questa sarà vecchia e che, in virtù della sua capacità di emozionarsi_questo fanciullino_ conosce con innata saggezza ciò che per tutta la vita ci apparterrà, sia questa una passione, una voglia, od un qualsiasi desiderio... Dal punto di vista prettamente fisico, il mio fanciullino era morto, ed io sognavo di sottopormi a lunghe ed accurate visite mediche, eseguite da minuziose e pignole dottoresse, le quali nulla avrebbero trascurato_neanche un centimetro della mia pelle_ in virtù dell'esecuzione di una corretta visita. Così, durante quegli anni, gli evanescenti oggetti delle mie masturbazioni erano rappresentati da camici bianchi, lettini sui quali distendersi con un pizzico di umiliazione, guanti in lattice bianchi e sguardi attenti di occhialute dottoresse, le quali esaminavano e manipolavano il mio corpo, scrutandone ogni centimetro. Quante erezioni, quante inarrestabili eiaculazioni! Ricordo che perfino in classe_un giorno vennero a bussare dei medici per farci dei controlli_ la mia eccitazione non passò inosservata ad una compagna, la quale_indossando io una tuta da educazione fisica_ non si risparmiò dall'osservare stupita la prepotenza del mio pene in erezione, turgido come non mai e bramoso di un accurato controllo medico.Comunque, quella visita di classe, condotta nella classica maniera della serie "maschi di la, femmine di qua", non sortì proprio nulla in fatto di eccitanti emozioni: non mi fu neanche chiesto di spogliarmi e tutto si spense così.Ammisi così a me stesso che effettivamente, la mia fantasia, era appunto soltanto qualcosa di tale. Sapete, dopo che ci si inoltra nell'adolescenza_continuando a crescere e ad imparare dalla vita_ molte di quelle emozioni e desideri perdono un po' del loro innato ed ardente fascino. La nostra ragione, allora, riduce tutto a squallide razionalizzazioni, le quali affievoliscono (e a volte spengono) quella magia che da fanciulli e da primi adolescenti tanto ci illumina.Ma uno come Giovanni Pascoli non avrebbe di certo mai potuto sbagliarsi: io ventottenne, presumibilmente ormai fuori dall'adolescenza, devo obbligatoriamente recarmi al poliambulatorio di provincia per una serie di controlli medici.No. Pascoli non sbaglia. Il fanciullino ha saputo condurmi verso la mia fantasia!Ci credereste? Sembrava tutto morto e sepolto dallo squallore della razionalità e del solito mondo, e invece_ come quasi tutte le cose_ quando meno me lo sarei aspettato_ l'occasione si presenta! Certo, ora non avevo più un pisellino come quando ero piccolo, ed il pensare di avere adesso un "pisellino" ben cresciuto e ben sviluppato con tutti i suoi annessi da uomo, mi faceva eccitare tantissimo. Comunque, ricordo molto bene il giorno della prenotazione. Mi recai con il classico foglio compilato in mano; mi recai li con una felpa a scacchi verdi e neri, blue jeans abbastanza casual, scarpe da ginnastica e giubbino non troppo pesante indosso. -"Buongiorno", dissi appena entrato nell'ufficio prenotazioni.-"Buongiorno, replicò la segretaria alzando lo sguardo verso l'alto come a non aspettarsi un ragazzo di 1 e 80.-"Sono qui per la prenotazione. Devo fare le selezioni per entrare a lavorare nell'azienda XXYZ e mi hanno richiesto il controllo, le dissi.-"Beh, in realtà non è un vero e proprio controllo", mi rispose con aria quasi soddisfatta e mascherata da una sorta di vergogna, come ad avere reticenze a parlare di quel che mi sarebbe toccato con un ventottenne. "Si tratta di un checkup completo e adesso, dopo che avrai firmato alcune carte, ti fornisco la base documentale in cui potrai vedere circa i controlli ai quali dovrai sottoporti", replicò con la solita espressione ma stavolta con gli occhi bassi e fissi sulla scrivania. Che dire? In quel momento sentii una vampa salirmi dentro, un fuoco indomabile che per quanto caldo ed intenso fosse non mi provocò alcuna erezione: tutto stava viaggiando nella mia mente. Eccitanti flashback si fecero strada e per qualche attimo rimasi come attonito, come bloccato ed assorto nei miei eccitanti pensieri.-"Bene, metti due firme qui e un'altra qui", mi disse scuotendomi dai miei pensieri turbolenti.Firmai e le chiesi per quale giorno mi sarei dovuto presentare e soprattutto che genere di controlli avrei dovuto fare.-"Si, la lista dei controlli specialistici può leggerla qui", mi disse porgendomi un foglio piegato in due. "Mentre per l'appuntamento deve presentarsi il 16 settembre, alle ore 9,00. Ti raccomando, se ti è possibile, di presentarti con la vescica piena", mi disse con un sorrisetto un po' soddisfatto.-"Perchè?" Le chiesi.-"Farai alcune analisi ed è necessario tenersi la pipì per farli", mi rispose ridacchiando stavolta in maniera più smaliziata ed evidente. "Ma non preoccuparti, si tratta di poco. Non ti farai di certo la pipì addosso!" Replicò ridendo in maniera ancora più evidente. Così mi guardò per qualche istante e sorridendomi mi chiese se era tutto chiaro. -"Si", le risposi con uno sguardo un po' perso."-Bene, allora si guardi con calma gli esami del checkup al quale dovrà sottoporsi e si rilassi. Sai la dottoressa ci tiene ad avere pazienti rilassati e non tesi...e soprattutto con la vescica piena ahahah..." Stavolta la risata fu liberatoria e quasi arcigna.-"Bene", le dissi fissandola con uno sguardo che ancor oggi credo di aver ben inquadrato nella mente.Salutai e feci strada verso casa. Ero come stordito, tramortito. Troppe emozioni in movimento. Mi risuonavano nella mente, come campane echeggianti a distanza, alcuni scampoli di quelle parole: "...la dottoressa ci tiene ad avere pazienti rilassati...", "...la vescica piena..."Rivissi emozioni del tutto simili a quelle vissute durante l'infanzia, quando il mio pisellino era ancora glabro e non sviluppato, ma assai più forti ed intense. Tremavo. Pensavo alle vecchie scene, ed al contempo alla squallida visita della scuola, rimpinguata di aspettative ma conclusasi con un nulla di piacevole in fatto di emozioni. Insomma emozioni contrastanti, come quando il fanciullino in carne ed ossa ero effettivamente io! Adesso dovevo soltanto aspettare. Nel far strada ripensai subito a quel foglio e, per un attimo, pensai di leggerlo li, fuori per strada mentre avanzavo a grandi passi. Non lo feci: volevo godermi con la dovuta calma ogni scena fantasiosa che sarebbe derivata dalla mia lettura. Mi baluginò ancora una volta nella mente qualche idea di aprire li quel maledetto foglio ma, affrettando il passo e passando e ripassando quel fatidico foglio da una mano all'altra per non sudarlo troppo, fui abbastanza forte da non cedere. Arrivai davanti l'uscio di casa, infilai la chiave nel cilindro, diedi le classiche quattro mandate e aprendo la porta buttai di gran fretta per terra il borsello ed il mazzo di chiavi, tirandomi così la porta alla meno peggio. Ora potevo aprire quel foglio. Mi sedetti sulla mia poltrona e iniziai a leggere. Quell'elenco non era molto dettagliato e si limitava a citare le branche specialistiche rispondenti al tipo di controllo. Venivano citate, per ordine, le seguenti diciture: "1) valutazioni di routine; 2) checkup ortopedico; 3) esami posturologici vari; 4) Valutazioni ecografiche; 5) eventuali approfondimenti. Tutto li. Avevo sentito dire che durante certe visite ortopediche bisogna rimanere in intimo e la cosa mi eccitava parecchio! Per la verità i miei primi pensieri turgidi andarono proprio al "checkup ortopedico", pensando che avrei mostrato il mio corpo con le sole mutandine ben riempite e magari una leggera magliettina intima, tale da far ben vedere le mie fogge ercoline... Anche il terzo punto mi eccitò non poco: un controllo posturologico può essere umiliante, pensavo. Magari mi farà assumere diverse posizioni, dalle più ordinarie alle più eccitanti...toccherà il mio corpo, le mie articolazioni, la mia carne...chissà! A quel punto, però, quel che non ero ancora in grado di decifrare era l'inquadrare la dottoressa che mi avrebbe visitato! Sarà stata giovane e carina? Pignola e minuziosa? Severa ed austera? O sorridente e alla mano con un bel ventottenne da esaminare? Era ancora presto per rispondere ed il 16 settembre stava arrivando! Cercai di tenere a bada le mie eccitazioni durante tutto il giorno e la serata, ma fu inutile: la notte non dormii e si palesarono nella mia mente notturna vividi sogni molto agitati. Sognai perfino quella vecchia visita ai tempi della scuola, rivivendola, dietro le tende della notte, come più eccitante e maliziosa ed insieme a quella mia compagna, la quale stavolta mi osservava con le mutande gonfie mentre una fittizia dottoressa mi visitava...Passarono i giorni e le notti, queste ultime caratterizzate dalla solita frenesia di sapere, nell'inconscio dei sogni, cosa mai mi avrebbe regalato quell'esperienza! Così, inevitabilmente, il 16 settembre arrivò. Mi sentivo stanco, forse troppi pensieri e troppi rimuginii, i quali adesso non avrebbero più avuto senso: stavo andando a quelle visite. Mi vestii abbastanza casual, faceva freddo e misi indosso un giubbotto più pesante. Uscii di casa e dopo 10 minuti di cammino finalmente arrivai. Mi chiesi se avessi avuto tutta la documentazione con me e se non avessi fatto una levataccia inutilmente. Era tutto ok. Mi sedetti e la segretaria dell'altro giorno (quella che mi aveva intimato di non pisciare a casa) mi salutò col suo solito sorrisetto "atipico" e un po' malizioso. Ero teso e sentivo ogni tanto la stoffa delle mutande tendersi ed irrigidirsi rapidamente, per poi distendersi nuovamente in contrasto con altri pensieri. Ricordo che stavo pensando a quel foglio, un ultimo tentativo di decifrare una imminente realtà ancora per poco indecifrabile; finchè, d'un tratto, non sentii una voce femminile ben scandita e perentoria pronunciare il mio nome: il momento era arrivato.Entrai nell'ambulatorio. La dottoressa era una quarantenne in carne ma non troppo, ben curata nell'aspetto e con degli occhiali a montatura non troppo grossa, occhi scuri, unghie ben curate e capelli castano chiaro tendenti al biondo cenere. Il lungo camice bianco aperto e sbottonato lasciava intravedere un abbigliamento piuttosto professionale: un tailleur scuro con calze collant non troppo spesse e scarpe con tacco modico. -"Si accomodi", mi disse.Mi sedetti e mi fissò sorridente per qualche istante.-"Dunque, vediamo", mi disse tendendo la mano verso il foglio che impacciatamente ancora tenevo in mano.Lo lesse con attenzione e quando finì, alzando lo sguardo e sorridendo, mi disse: "sei giovanissimo vedo, posso darti del tu?"-"Certo." Risposi ricambiando il sorriso.-"Dunque", mi disse, "saprai che per svolgere determinati tipi di lavoro è importante sottoporsi a degli esami specifici ed in questo caso, dato che l'azienda XXYZ richiede buona prestanza fisica dei suoi dipendenti, la nostra visita verterà soprattutto su un checkup completo di tipo ortopedico ed eventualmente faremo altri esami di altra tipologia se questo sarà necessario. Ma non preoccuparti, anche se i controlli sono molti, si svolgeranno tutti in un'unica giornata ed a svolgerli sarò soltanto io, quindi tranquillo..."-"Benissimo", replicai sentendo un forte senso di eccitazione salire.Mi sorrise e mi disse, "hai fatto la pipì stamattina?"-"No", risposi. -"Ottimo, finalmente un paziente che viene qua con la pipì non fatta! Ve lo scordate tutti!" Disse sorridendo. "Adesso ti do questo contenitore, vai dietro il paravento e lo riempi a metà di pipì ok?"-"Si", replicai un po' attonito. Quella visita cominciava proprio bene! Mi diede allora il contenitore e mi indicò il paravento. Sennonché, prima di sbottonare i miei jeans ed abbassare la cerniera, mi fermò dicendo: "aspetta, ti do dei fazzolettini così ti asciughi il pisellino e non ci crea problemi durante la visita..." Cosa voleva dire? Non lo so, ma la cosa mi eccitò da morire ed ebbi difficoltà a depositare l'urina nel contenitore col pisello duro. Fu una sofferenza, la quale si alternava ai suoi "tutto bene?" e che tra una sudata goccia e l'altra presto si estinse, in quanto ero riuscito a riempire la metà di quel maledetto contenitore. Che vergogna! La pipì aveva macchiato i miei jeans e quando rimisi tutto a posto (cerniera e bottone) e mi diressi col contenitore pieno del giallo fluido verso la sua scrivania, mi fissò ad altezza macchia (ovviamente corrispondente all'altezza pisello) e mi disse "ops, ti sei sporcato? Se vuoi c'è il bagno e fai un bidet veloce, non ti preoccupare."Un po' imbarazzato le risposi che era tutto a posto e che presto la macchia si sarebbe asciugata. -"Molto bene", replicò sorridendomi.Allora applicò un'etichetta al contenitore con dentro la mia pipì e lo conservò in un lungo cassetto. -"Dunque cominciamo?" mi chiese. -"Si", le risposi con una certa agitazione che lei notò.-"Ti vedo un po' teso, che succede?"Ed io: "no, niente di che, dottoressa...è che si tratta della prima volta in cui faccio visite di questo tipo..."E lei: "ma non c'è niente da preoccuparsi, sai? Rilassati, altrimenti la visita non può essere ben condotta. Dai, torna dietro il paravento dove hai fatto la pipì e togli scarpe, felpa e maglietta di sotto, se ce l'hai..."Mi diressi verso il paravento e tolsi nell'ordine gli indumenti che la dottoressa mi aveva ordinato di togliere. L'eccitazione stava salendo e mentre toglievo la felpa sentii il cazzo inturgidirsi dentro le mutande: mi stavo mostrando "senza vestiti" ad una dottoressa e la mia fantasia si stava realizzando. Rimaneva un unico problema: come nascondere l'erezione?Mi spogliai e dissi un velato "eccomi, dottoressa."Mi sorrise e si avvicinò. -"Girati di spalle", mi disse.Mi girai e sentii le sue mani delicate scorrere lungo la linea della colonna vertebrale: salivano e scendevano, su e giù, dalla nuca fino a poco sotto il bordo dei jeans. La mia erezione si calmò un po' e il mio pisello rimase "a metà strada" tra il duro e il rilassato. Continuò.-"Adesso chinati più che puoi."Mi chinai e continuo con la solita manovra, stavolta palpando con più enfasi i miei muscoli dorsali e sempre accarezzandomi lungo la linea vertebrale.-"Sempre giù!" mi disse con aria perentoria. L'eccitazione tornò.Lo sentivo crescere nuovamente dentro le mutande e non capivo se quell'umidore che sentivo era pipì o liquido preiaculatorio. Continuò a toccare intensamente fino a che ad un tratto si interruppe e mi disse: "bene, la colonna vertebrale è ben dritta, adesso devo verificare l'assetto con il bacino sia corretto. Sbottona i jeans e mettiti sul lettino con la pancia in su."Continuavo a sentirlo duro e temevo (ma in realtà lo desideravo tanto...) che lo stare su quel lettino col jeans sbottonato potesse far evincere la mia erezione segreta alla dottoressa...Sbottonai e si mise in evidenza l'elastico delle mie mutande bianche, al cui interno il pisello duro puntava verso sinistra, intravedendosi attraverso il jeans la forma del pacco. La dottoressa si avvicinò e cominciò a tastare le ossa iliache. Le toccava e le comparava. Le sue mani armeggiavano ad un palmo dal mio cazzo, il quale era ben coperto ma l'evidenza di quel pacco, (e forse anche il suo odore...) credo avesse attirato l'attenzione della dottoressa, la quale con aspetto professionale continuava a tastare le mie ossa. Prese poi un aggeggio simile ad un metro e misurò la distanza tra le creste delle ossa iliache. I metri mi hanno sempre eccitato. Immaginavo che stesse utilizzando quel metro per prendere misure intime...la lunghezza del mio pisello, la quale avrebbe poi appuntato con cura su di un foglio con dei parametri da riempire...Peccato che stesse misurando tutt'altro e, per un attimo, la mia erezione diminuì, rendendosi credo ben evidente la progressiva riduzione del pacco sotto i jeans sbottonati. Ancora qualche misura sulla mia pelle del basso ventre e la dottoressa mi disse di girarmi a pancia in giù. Obbedii.Una volta assunta la posizione, mi sentii afferrare il bordo dei jeans da dietro e, con una certa forza, me li sentii tirare giù, scoprendo parte del mio culo, il quale per un attimo era risultato ancora coperto dalle mie mutande bianche.-"Non ti vergognare eh! Questo non è niente...devo abbassarti un po' jeans e mutandine per controllare bene."Anche in quella posizione inizio a palpare e a tastare il mio coccige. Premeva coi suoi pollici lungo le fossette dell'osso sacro e, prendendo il medesimo aggeggio, continuò a prendere delle misure. In quel momento mi sentivo tranquillo. Ero a pancia in giù ed il mio pisello con la sua eccitazione era nascosto. Ma un pensiero, come un fulmine a ciel sereno, si fece all'improvviso strada nella mia mente: ed ora che dovrò girarmi? Non mi avrà mica denudato anche da sotto? Tentai di infilare una mano sotto la mia pancia, per cercare di capire fin dove fosse scoperto il mio basso ventre! La dottoressa si accorse di quella manovra e non esitò a dirmi: "che succede?" In quel momento non seppi che rispondere: a quella pignolona non sfuggiva proprio niente! Si era pure accorta delle macchie di pipì sui miei pantaloni e, con aria quasi sconfitta, blaterai un "niente, va tutto bene."-"Bene, l'asseto schiena bacino va benissimo. Ora alzati e va' di nuovo dietro il paravento e togli i pantaloni: devo fare il checkup delle gambe."Mi alzai. Stavolta la situazione si faceva eccitante: le sole mutande avrebbero nascosto molto meno la mia eccitazione ed ora dovevo presentarmi a lei con le sole mutande e le calze bianche. L'idea mi faceva impazzire ed il pensiero, durante la breve strada tra lettino e paravento, mi provocò una fulminea e quasi dolorosa erezione. Ora il mio pacco strizzato era tutto in mostra.-"Eccomi dottoressa, ho tolto i pantaloni", le dissi.-"Molto bene. Vai di nuovo sul lettino." Mi distesi e cominciò ad osservarmi dall'alto. Aveva davanti ai suoi occhi il mio corpo quasi nudo e con un solo indumento a coprire il mio cazzo e le mie palle! Oltre che le calze ovviamente, le quali, dopo avermi osservato, lei stessa mi ha lentamente sfilato!-"Ora si che sei un tipo da spiaggia", mi disse la troietta unendo le calze agli altri indumenti riposti dietro al paravento, "al mare con le calze non si può andare, peccato che non abbiamo la lampada qui, senò ti abbronzeresti!"Mi osservò ancora qualche istante con le sole mutande ed il pacco ben in vista e dopo un po' disse: "bene, vediamo le ginocchia."Mi afferrò la gamba e cominciò a fletterla verso il petto. La mia coscia poggiava sul mio petto, concedendo ai suoi occhi curiosi e da troietta di ammirare il mio pacco super strizzato e con le grosse palle che credo fuoriuscissero un po' dal bordo dello slip bianco.Continuava a spingere la mia gamba destra, quasi a voler strizzare ancora di più quelle palle tormentate e quel pisello che oramai emanava calore e odore percepibile dal suo naso. Cambiò posizione: si mise più vicina e stavolta era proprio frontale alle mie palle, le quali erano "coperte" da una sottile striscia di stoffa bianca, la quale neanche riusciva più a contenerle, tanta era la pressione. Rimise a posto la gamba. Adesso toccava all'altra, la sinistra, ovvero il lato in cui puntava la mia cappella rossa e umida. Ero certo che sarebbe fuoriuscita. Mi flesse la gamba come la destra, spinse a lungo. "Senti dolore?" mi disse vedendomi preoccupato. "No", risposi." La mia eccitazione saliva e saliva, sentivo la stoffa degli slip strusciare sulla mia sensibilissima cappella e sentivo che mancava un millimetro per scoprirsi! Fu così: rimise a posto la mia gamba e, nel farlo, gli slip si scostarono, mostrando alla troietta in camice bianco una grossa cappella rossa con ancora un po' di prepuzio attorno. -"Addirittura!", replicò la dottoressa, "e meno male che ti ho fatto fare la pipì prima!" concluse con una risatina.Allora allungò la sua mano e rimise dentro delicatamente la cappella, dicendomi "non preoccuparti, può succedere. evidentemente è la prima volta che fai visite con una dottoressa donna..."Replicai con un soffocato "Si."E lei: "Tranquillo, so bene come siete voi maschietti ma purtroppo per visitarvi devo farvi spogliare, soprattutto i maschietti devo farli denudare di più per visitarli bene, con le donne è diverso..."Hai capito la troia? Quella dichiarazione mi aveva fatto impazzire! In primis perchè aveva messo in mostra la sua vera troiaggine, la quale comunque ben mascherava con la sua professionalità; in secondo luogo, era riuscita a farmi "flashare" riguardo al trattamento medico che riservava alle pazienti donne, le cui visite mediche ed il sapere come queste si sarebbero svolte, mi avrebbe comunque fatto eccitare! Quante volte avevo sognato (e sogno tuttora) di vedere una bella femminona ad un checkup medico completo, col suo corpo morbido scoperto ed indifeso. Umh. Altra storia.Proseguì con la visita.-"Dunque, devo continuare col checkup delle gambe, la flessibilità delle anche è perfetta ma abbiamo altri controlli da fare e se vuoi stare più comodo puoi togliere gli slip. Non ti vergognare eh! Capisco che stai rimanendo nudo dalla testa ai piedi ma non c'è motivo di vergognarti. Sono una dottoressa."Non potevo crederci: la mia fantasia era diventata realtà. Stavo per mostrarmi tutto nudo, con cazzo, palle e cappella al vento davanti a quella dottoressa. Non ero più un bambino: adesso stavo per mostrare un cazzo ben sviluppato, curato e depilato, delle palle ben grosse e cospicue ed un fisico davvero in gran forma...Seguitemi, il racconto continua nella prossima puntata (dopo almeno 25 like)
06-29-2022, at 01:27 PM
Alýntý
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