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La puttanella nel fienile col suo nuovo amico

 
Post #1


La puttanella nel fienile col suo nuovo amicoA quattro zampe, con le ginocchia nude sulla paglia ispida e pungente del fienile, nella classica posizione della pecorina, mi penzolavano le tette, le da adolescente in carne e lui disse, sorridendo malizioso e ammiccante, che le avevo grosse e appuntite come quelle delle pecorelle piene di latte al mattino e mentre lo diceva mi spremeva un poco le punte dei capezzoli, facendomeli inturgidire e regalandomi sensazioni dolci e ubriacanti.Avevo accettato di seguirlo nel fienile dopo appena due giorni da quando ci eravamo conosciuti, durante le mie vacanze estive in campagna, ma certo non si aspettava di trovarmi subito così succube e la situazione lo colse di sorpresa, volle mettermi ancora di più alla prova, si inumidì le dita in maniera decisamente oscena, infilandosele dentro i pantaloncini e sotto le mutandine, mi accostò i polpastrelli al viso e nel sentire il profumo del suo sesso io dischiusi appena appena le labbra, con la bocca calda e umida come una vagina eccitata gli sfiorai lievemente le punte delle dita e fu la molla che fece s**ttare tra di noi un silenzio avvolgente e complice, chiusi gli occhi dando sfogo ai miei desideri intimi più segreti e nascosti, "vedo che ti piace", mi sussurrò e io lì ad annuire e allora lui osò ancora di più, piazzandomi una mano tra le chiappe, coperte da un pantaloncino probabilmente troppo succinto. Io sussultai, ma lo lasciai ancora fare.Era moro di capelli, abbronzato e scuro e lo trovavo sconvolgentemente sexy, mi era piaciuto subito, era un bono concupito da molte ragazze e per questo mi era sembrato strano che volesse portare proprio me nel fienile, dove in genere ragazzi e ragazze andavano a farsi pomiciate furiose. Però ci ero andato, anzi dovrei dire , perché io femmina mi sentivo e lui femmina mi vedeva. La mano nel culo, più dell'odore acre e irresistibile del suo cazzo, mi fece rendere conto tutto d'un colpo, come Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre, della mia seminudità, ero senza canottiera, a torso nudo sebbene mai o quasi mai mi spogliassi davanti ad altri, mi vergognavo da morire perché le avevo veramente grosse, le tette, capita ai maschietti di 13-14 anni, quanti ne avevo allora, ma io avevo forme e misure da fare invidia alle femmine vere, gli uomini restavano incuriositi e ammirati, gli adolescenti turbati, alcune ragazze facevano confronti anche per le forme rotonde e grosse dei miei capezzoli e delle areole, decisamente femminili, eppure quel pomeriggio col mio coetaneo supersexy mi ero spogliato, anzi , era bastato che lui me lo chiedesse e lo avevo fatto senza obiettare nulla e subito lui aveva cominciato ad accarezzarmi con gli occhi, in una maniera deliziosamente erotica, facendomi morire dal desiderio di essere toccata materialmente.Prima di farlo, per arraparmi mi aveva raccontato storie con ragazze, avventure erotiche che un po' mi sembravano esagerate, vista la nostra età, e però poi aveva iniziato a intrigarmi, perché quando mi descrisse come una troietta con la passera glielo avesse preso in bocca, ripensai a quel ragazzino biondo che a scuola mi faceva il filo, provocandomi mille imbarazzi e paranoie, tremila resistenze e sensi di colpa e altrettante insistenze da parte sua, mi sentii quasi venire meno mentre il mio nuovo amico mi riempiva di particolari hard sul pompino che gli aveva fatto quella piccola mignotta, lei che si avventava sul suo palo di carne, che glielo scappucciava e gli leccava la cappella guardandolo negli occhi e rividi gli occhi del biondino fissi nei miei, mentre stavo in ginocchio sotto di lui.Il mio nuovo amico moro nel fienile mi aveva fatto mettere a quattro zampe proprio con la scusa di insegnarmi come si prendono le troiette da dietro quando si scopa e per spiegarmelo meglio mi aveva toccata nei punti di ingresso, secondo che, mi aveva detto convinto, io volessi penetrarle nella vagina o nel culetto, era una lezione in fondo interessante per quanto, almeno per me, poco utile, ma di certo non avrei dovuto accettare di fare da cavia né di farlo giocare liberamente col mio forellino e fiorellino anale e col punto in cui si attaccano e penzolano le palluzze, mentre contemporaneamente lui pizzicava con dolcezza il mio piccolo ma gustoso seno.In realtà nel fienile quello mi aveva portato con intenzioni molto chiare, esaurita la fase di studio era passato all'azione, "ti piace il mio cazzo?", aveva sussurrato incollato al mio orecchio mentre me lo faceva toccare, durissimo sotto i pantaloncini, e io lì docile e sempre alla pecorina ad annuire, mi ripassava nella mente l'immagine, l'odore e il sapore di quello del biondo, chiusi gli occhi e mi resi conto che c'era qualcosa di dolcemente umido che si strusciava sulla carne nuda del mio petto, li riaprii e vidi che era la sua lingua, non sapevo se resistere o cedere di schianto, ma le sue labbra erano una specie di cavità orale del paradiso, non seppi sottrarmi a quella dolcissima morsa, a quel lieve succhiare, alla morbida e umida calamita che roteava in maniera deliziosa attorno al capezzolo e all'areola, mandandomi decisamente fuori giri perché del resto di solito io mi masturbavo palpeggiandomi i seni, mi piaceva da morire, a casa mi toccavo pensando che a massaggiarmi le poppe fosse ancora il ragazzino biondo che più di una volta mi aveva scopato alla grande la bocca e limonato divinamente le tette.Del biondino ero presa, forse innamorata, ma a 14 anni non si vive solo di sogni e per questo, allontanatami da lui per l'estate, mi ero fatta prendere ancora di più dal mio nuovo amichetto di campagna, scombussolato come me da un'overdose di ormoni e di pulsioni omo, normali per l'età, e gli era bastato guardare le mie forme morbide, i miei modi delicati, il mio essere effeminato, per decidere cosa avrebbe fatto con me e ora che mi aveva sbattuta con la schiena nuda sulla paglia, che odorava di buono e pizzicava come un morbido tappeto da fachiro, non opposi più resistenza, anzi cominciai ad accarezzargli i capelli, affondandogli le dita sulla nuca e tenendolo incollato a me, mentre lui mordeva e leccava i capezzoli come solo un dio dell'Olimpo dei leccatori avrebbe saputo fare, spingendo la bocca fino a ingoiare alternativamente le mie tette per intero e cercando le mie labbra e la lingua con le sue e fu una sensazione strana, istintivamente chiusi gli occhi e mi resi conto che lo stavo baciando, che non avevo baciato il biondo sebbene lo avessi desiderato, ma ora stavo dando la lingua per la prima volta a un ragazzo e non a una ragazza e mi sembrò la cosa più naturale di questo mondo, durò pure a lungo - non riuscivamo proprio a staccarci - e alla fine mi ritrovai pure io col pisello durissimo, per quanto lo avessi molto piccolo.Lui invece non lo aveva affatto piccolo, era sviluppato come un adulto e lo aveva tre volte il mio, se lo tirò fuori, troppo grosso e duro era il suo cazzo per un quattordicenne, lo avevo fatto eccitare in una maniera esagerata e ne ero orgogliosa, era impossibile che restasse prigioniero della stoffa delle mutandine e dei pantaloncini, me lo schiaffò in bocca, "succhialo, troia", mi disse stimolando ancora di più la mia autostima da puttanella in erba - ci sapevo fare, mi dicevo - e iniziai a spompinarlo con foga, forte della mia prima esperienza con l'altro, mentre lui con una mano mi titillava i capezzoli e con l'altra mi carezzava la testa per dettarmi il movimento e farmi affondare la bocca sul suo cazzone, "troia, troia, piccola baldracca, zoccola", ripeteva sbattendomelo tutto dentro, nel sentirlo profondamente in gola mi sentii un po' Linda Lovelace, quasi soffocai, ebbi un conato ma venni nei pantaloncini, senza toccarmi, come la protagonista di Gola profonda, che aveva gli orgasmi quando faceva le pompe, a quel punto lui lo tirò fuori e iniziò a masturbarsi freneticamente, incollato alle mie guance e al mio naso, e mi schizzò violentemente in bocca, in faccia, sui capelli, facendomi ingoiare il suo prezioso seme bollente e insozzandomi come una vacca quale ero e come mi meritavo di essere trattata.
04-30-2021, at 04:31 PM
Alıntı
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